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832 maschere nude

Inchini da una parte e dall’altra.

Si accomodino, prego.

Signor Cesarino. Che caldo! che caldo! signora mia... Qua è una delizia! — La polvere!

Signora Barberina (notando con orrore e facendo notare al marito, che è entrato in sala con le maniche e coi calzoni ancora rimboccati).Ma Cesarino!

Signor Cesarino (non comprendendo). Che cosa?

Signora Barberina. Dio mio, ma si entra cosí?

Signor Cesarino (subito, riparando, a cominciar dai calzoni). Ah, già... Mi perdonino!

Se non che, svolgendo la rimboccatura del primo calzone, un mucchietto di polvere cade sul tappeto.

Oh, guarda quanta terra...

Signora Barberina. Ma va’ di là, santo Dio!

Signor Cesarino (subito, alzandosi e dirigendosi verso la comune). Sí, ecco... Mi permettano, mi permettano...

Esce per rientrare poco dopo.

Signora Barberina. Scusi tanto, signora!

Fulvia. Ma no, non è niente.

Signora Barberina. È cosí mai distratto! Non se ne possono fare un’idea!

Fulvia. Eh, artista!

Signora Barberina. Per lo stradone, poi, veramente...

Fulvia. Ecco, mi dispiace tanto, che...

Signor Cesarino (rientrando). Ah, eccomi qua...

E subito ripigliando istintivamente a rimboccarsi le maniche:

E la mia allieva? la mia allieva?

Fulvia. Dicevo appunto questo, signor Cesarino. Mi dispiace che Livia...

Signor Cesarino. Non sta forse bene?

Fulvia. No. È andata in chiesa col padre...

Signor Cesarino (preoccupatissimo, per la sua qualità d’organista). E che cos’è oggi? Che funzioni? — Dio mio, Barberina!

Fulvia. Ma no, stia tranquillo! È una funzione privata. Oggi è —