![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
830 | maschere nude |
vedrai che Livia mi tratta come quella. Glielo leggo negli occhi, sospetta di me, chi sa che orrori!
Zia Ernestina. Ma no, un’innocente!
Fulvia. L’odio le fa da diavolo! Quello dell’albero, sai?
Zia Ernestina. Che albero?
Fulvia. La storia sacra, zia Ernestina! L’albero della conoscenza... il serpente...
Zia Ernestina (senza comprendere). Ah... già...
Poi:
Fulvia. Che cosa?
Zia Ernestina. Com’è ora con te?
Fulvia (si turba, la guarda, esita a rispondere: poi, accigliandosi). Mi stomaca.
Zia Ernestina. Ma sai che è divenuto...?
Fulvia. Lo so, lo so, che cosa è divenuto! Me, però, capisci? mi vuole come quella ancora...! A quattr’occhi, capisci? vorrebbe che quella santa, rediviva e istruita, tutta la sua probità...
Fa un gesto ambiguo con le mani.
Zia Ernestina (pudibonda, ma con viva curiosità). Non capisco...
Fulvia (con nausea). Ma sí, gliela sconquassasse; per poi la mattina dopo, raggiustarsela addosso, tutta ancora un po’ rabbuffata, davanti alla figlia. È ancora quello di prima, sai? Ma allora, almeno, non aveva cinquant’anni e non faceva il probo per professione, e io non capivo, come capisco adesso! Scusami, scusami, zia Ernestina: non devi capire neanche tu!
Zia Ernestina (scottata nel suo pudore, torna, come se nulla fosse, al primo discorso). Ecco: io ti dovrei guardare, dovrei averti davanti il meno possibile...
Fulvia. Dici, per non tradirti?
Zia Ernestina. Già... Ma scusa, non si potrebbe, a poco a poco...
Fulvia. No! Impossibile! Non te lo sto dicendo? E poi, questi tredici anni ci sono stati davvero! E questo suo livore d’ora... Sarebbe terribile per lei... Guai! Ne sono cosí convinta che non ci penso neanche piú... e