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828 | maschere nude |
Fulvia. Madre, madre — come prima! — quella di prima! quella che lei non conobbe!
Allude alla figlia.
Zia Ernestina. Me l’immagino, me l’immagino... Ma te l’ha dato senza saperlo, quella poverina...
Fulvia. Senza saperlo, ma con che ferocia! Fredda, sai? oh, mansa! Il vero livore!
All’improvviso, si turba profondamente; si alza, stringendosi forte una mano sugli occhi.
Zia Ernestina (sorpresa da questo moto improvviso). Che cosa?
Fulvia. Niente. Una cosa che ho detto poco fa a suo padre.. Bisogna che me la scacci dalla mente.
Forzandosi a rientrare nella coscienza abituale:
Staccando come per un’idea che le sorge improvvisa:
Zia Ernestina. Un favore? Io?
Fulvia. Sí. Dovresti indurla, proprio per farmi un dispetto, dicendoglielo, a comparirmi davanti, uno di questi giorni, all’improvviso, con quel mio abito di velo a roselline, ch’ella conserva.