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822 | maschere nude |
Silvio (infuriato, cercando di strapparla dall’abbraccio). Via, basta! Non mi faccia qua ora codeste scene!
Zia Ernestina. Sí... sí... hai ragione — per riguardo qua...
Silvio. Per riguardo a niente! Ma voglio che si ricordi che sua nipote è morta da tredici anni!
Pigerà sulle parole, per farle intendere che davanti a Livia bisogna ch’ella seguiti a sostenere l’antica finzione.
Zia Ernestina (non comprendendo affatto). Ah già... sí... ma per me... ora...
Silvio (subito, cercando di rimediare). Per lei il dolore sarà ancora come recente; ma si ricordi pure, che tanto per Livia quanto per lei la disgrazia non è di jeri, né di quattro mesi fa!
Zia Ernestina (c. s. seguitando a non riconoscere Fulvia). Ah, già — sí! Son piú di quattro mesi... Chiedo scusa, signora...
Livia (fiera, fredda, provocante, supponendo che il padre abbia mostrato tanta durezza per un riguardo verso la seconda moglie). Andiamo su! vieni con me, zia Ernestina!
Zia Ernestina (subito). Sí, figliuola mia... orfanella mia, sí... sí... Sei anche tu vestita di nero...
E tutt’e due, abbracciate, se ne escono per il secondo uscio a destra.
Fulvia (con un’impressione quasi di gelo). Non mi ha riconosciuta...
Silvio. È colpa mia, è colpa mia. Mi scrisse veramente, chiedendomi...
Fulvia. Ma hai visto? Non m’ha riconosciuta...
Silvio. Deve credere cosí...
Fulvia. Ch’io sia morta davvero?
Silvio. Supponendomi riammogliato! — Dovevo risponderle, avvertirla, spiegarle. Ma potevo immaginare che dovesse venire, dopo che la cacciai via malamente, tant’anni fa, per il fastidio che mi dava?
Fulvia. È ritornata per lei,
allude su a Livia,