![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
come prima, meglio di prima | 819 |
da cui lei è nata — che io non so! — E il bello è poi, che non lo sa neanche lei! — L’ombra, divenuta realtà! E che realtà! Ha ucciso in me, veramente, il mio istinto materno per lei! Ora piú che mai, che lo risento in me vivo per un’altra. — Via, via, via. — Non voglio piú pensarci. — Si stia con la sua morta. E mi lasci qua — viva e in pace — per quella che verrà.
Silvio. Non dirlo! Sei stata qua con lei — son quattro mesi ormai...
Fulvia. A sorriderle, su questa graticola a fuoco lento... — Dio mio, basta ti dico. Non ne parliamo piú.
Va a distendersi su una sedia a sdrajo.
Pausa tenuta.
Silvio, tentato, a questo punto le si fa presso, e la contempla lí distesa.
Scotendosi un po’:
Silvio (che le si è fatto sempre piú accosto e ha seguitato a contemplarla). Per carità, che dici!
E fa per prenderle una mano.
Fulvia (ritraendo la mano). Va’ là, che ti piaccio ora, perché ho questi capelli cosí!
Silvio. No, Fulvia... Ti stanno bene, sí...