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come prima, meglio di prima 795


Fulvia (troncando, fierissima). Basta! Vi proibisco di seguitare!

Silvio (piano, calmo). Io sono venuto qua...

Mauri. Per perdonare, lo sappiamo!

Silvio (pronto, fermo, grave). No! Per riconoscere il danno degli antichi miei torti verso questa donna. Non m’aspettavo però che altri qua, oltre lei, potesse arrogarsi di rinfacciarmeli.

Mauri (subito, a sfida). E riparare?

Fulvia (c. s.). Aspettate! Non sapete ciò che vi dite!

Mauri. No, io dico riparare, Flora! E lo dico davanti a lui! Perché ho anch’io il mio torto verso di te. Tu mi hai perdonato, ma io sono qua per riparare, per riparare!

Fulvia (col piglio di chi non vuol discutere). Dunque — sta bene — ecco — io ti volevo dir questo, Silvio: — che egli è pronto...

Mauri (insistendo, pigiando, sfidando). A riparare, sí, a riparare!

Fulvia (esasperatamente, sdegnata, gridando). Ma non dite a riparare — fate ridere — se io non vi riconosco il torto, di cui volete accusarvi! — Oh quest’è bella! — Avete mentito con me — come tanti... Che volete che me n’importi?

Rivolgendosi di scatto al marito:

Senti forse anche tu qualche dovere verso me per avermi salvata? — No, niente, caro! Grazie!

Silvio (stordito). Come! Io...

Fulvia (subito incalzando, ma col tono di chi vuol ragionare). Sei forse venuto qua come medico, per operarmi?

Silvio. No.

Fulvia (c. s.). Ma anche operandomi — (cosa che nessuno però ti chiese di fare).

Mauri. Io m’opposi! io m’opposi!

Fulvia (c. s. senza badare al Mauri). Io, per me certo, non te lo chiesi è vero?

Silvio (impacciato, come sopraffatto, non sapendo a che cosa tenda quell’interrogatorio). No... — io lo feci...

Fulvia (subito, venendogli in ajuto, con uno strano lustro negli occhi). Quasi irresistibilmente, è vero?

Silvio. Vedendoti in quello stato...