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794 | maschere nude |
Mauri. Ah, non è vero?
Fulvia. Non è vero. L’ho fatto per me. Ditegli come e dove m’avete conosciuta. Basterà per farglielo comprendere.
Silvio. Ma io non voglio saperlo.
Fulvia. Ero arrestata.
Mauri (subito protestando). No! Che arrestata! Che dici!
Fulvia. Con un mandato di comparizione, sí. Complicata in un volgarissimo delitto.
Mauri (c. s.). Ma che! Non creda! Prosciolta in Camera di Consiglio!
Silvio. Vi dico che non voglio saperlo!
Mauri (seguitando con foga). Venuta soltanto per deporre. Lo so io! Fu a Perugia, guardi, un mese appena dopo il mio trasferimento colà. C’ero io nella sala del giudice, mio collega. Fu nel processo per l’assassinio d’un tal Gamba.
Fulvia. Con cui ero andata a Perugia.
Mauri. Sí, un pittore...
Fulvia. Ma che pittore! Un miserabile applicatore mosaicista della fabbrica di Murano.
Mauri. Già... venuto per restaurare non so che mosaico...
Fulvia. Un mascalzone che s’ubriacava tutti i giorni.
Mauri. E la picchiava! la picchiava!
Fulvia. Fu trovato morto, una notte, sulla strada, con la testa spaccata.
Silvio Gelli si rialza i capelli sul capo e vi trattiene le mani.
Mauri (scattando al gesto di Silvio Gelli). Orrore, eh? «Fin dov’era caduta!» eh? — Ma mi faccia il piacere! lasci andare!
Fulvia (subito, forte). Non declamate, al vostro solito!
Mauri (senza darle retta, seguitando, ma in tono piú basso, rivolto a Silvio). Lei m’insegna che tutto sta nel togliersi d’addosso, una prima volta, sotto gli occhi di tutti, l’abito che ci ha imposto la società. Si provi, lei che sorride...
Silvio. Ma io non sorrido.
Mauri. Ha sorriso! — Si provi, si provi a rubare una volta cinque lire e faccia che venga scoperto nell’atto di rubare. Me ne saprà dire qualche cosa! — Ma lei non ruba... Grazie! — E questa disgraziata avrebbe fatto quello che fece, se lei, suo marito...