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790 | maschere nude |
serio! Fare quello che hai fatto, scusa! Ma sí, via! — Per quel vecchio cammello là!
Roghi (non potendo tenersi dal ridere). Ah senti!
La Nàccheri (contemporaneamente, gargarizzando). Ah! ah! ah! ah! La moglie? cammello?
Don Camillo (contemporaneamente anche lui). Ma non ve lo dico, che è matto?
Mauri (con perfetta serietà). Un vecchio cammello, vi assicuro, signori. — Nove anni piú di me. — Zotica! Contadina... Lei l’ha veduta!
Indica Flora.
La Nàccheri (c. s. piú forte, irrefrenabilmente). Ah! ah! ah! ah!
Il riso si comunica per contagio al Roghi e a Giuditta.
Mauri (c. s. irritato un po'). Scusi, signora, se le dico che in questo, veramente, non c’è niente da ridere.
Roghi (ridendo ancora). Ma come no, abbiate pazienza!
Mauri. Perché non capite che cosa voglia dire capitare a venticinque anni, pieno di sogni in un paesucolo piú piccolo, piú brutto — scusate — di questo vostro, e marcirvi quattro, cinque, dieci eterni anni, pretore!
Roghi (a don Camillo). Ah, ecco dunque, è giudice davvero!
Don Camillo (con forza convinta). È matto!
Mauri (subito, serio). Mi sono dimesso. — Una vita che non si può figurare! come nessuno di voi, che vi marcite dentro qua, può conoscere! — Neanche tu, sai, Flora; che pure hai conosciuti tutti gli orrori della vita! Ma, Dio mio, sono orrori almeno! — Non una vita fatta di niente. — Niente! — Ombra. — Silenzio d’un tempo che non passa mai. — Neanche acqua da bere. — Acqua di cisterna, amara, renosiccia... — Ma non sarebbe nulla! È quel silenzio! quel silenzio! Figuratevi che vi si sente anche un soffio di vento, quando scuote la fune della cisterna giú in piazza, e la carrucola che ne stride; mentre voi, dentro... — Ah! Un piano di vecchio tavolino, unto, polveroso, ingombro di carte giudiziarie — e una mosca che vi scorre a tratti, sopra. E tutta la vita lí, in quella mosca che voi state a guardare per ore e ore. — Ebbene, immaginate di sentire un giorno,