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l’uomo, la bestia e la virtú 767


SCENA QUARTA

La Signora Perella e Detti.

Signora Perella. Oh Dio... che cos’è? che cos’è?

Perella. E chi ne capisce nulla? Il professore qua è montato su tutte le furie, discutendo delle mogli e dei mariti...

Paolino. Ma perché io dicevo...

Signora Perella. Calma! Calma! Per carità... Non dica... non dica piú nulla, professore... Guardi, piuttosto... mi ajuti...

S’avvicina al portafiori e fa per prendere un vaso

...m’ajuti, la prego...

Paolino (raggiante). Ah... sí?

Prende il vaso.

Questo vaso? Vuole, vuole che lo porti alla veranda?

Signora Perella. Sí... ma lo dia a me, questo... lo porto io... Ne... ne prenda un altro lei... Se non se n’ha a male...

Paolino (restando e facendosi brutto). Un altro? A male, io? Ma che dice? Fe... felicissimo!

Signora Perella. E allora... la prego...

Va a collocare il vaso sul davanzale dellafinestra sulla veranda.

Paolino. Ecco... ecco...

Eseguisce.

Lo mettiamo qua?

Lo posa accanto al primo.

Cosí?

Signora Perella. Sí, grazie...

Eseguita per suo conto a prendere e a portare al davanzale il terzo e il quarto vaso mentre Paolino, pieno di sdegno e di sarcasmo, si precipita ad abbracciare il Capitano che guarda sbalordito.

Paolino. Ah! Mi scusi, mi scusi tanto, caro capitano, mi scusi!

Perella. E di che?

Paolino. Ma di tutte le bestialità che poc’anzi mi sono scap-