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SCENA PRIMA
Grazia, poi il Marinajo.
Al levarsi della tela, Grazia, tutta scarduffata, con l’occorrente per la pulizia, è curva a raccogliere i cocci del vasellame rotto e i piatti, i bicchieri rimasti sani, che poserà a mano a mano sulla tavola. Raddrizzandosi di tratto in tratto, si stirerà, contraendo il volto, per significare che ha tutta la persona indolenzita, segnatamente le reni; protenderà allora una mano a pugno chiuso in direzione dell’uscio della camera del Capitano e borbotterà qualche inintelligibile imprecazione.
Grazia. Guardate qua... guardate qua che rovina! piatti... bicchieri... E tutto insozzato! Povera tovaglia! Neanche una stalla sarebbe per lui! Il porcile... il porcile, per lui! Ah, manco male... una bottiglia è sana...
Raddrizzandosi
Suono di campanello alla porta.
Gesto verso la porta del Capitano, un borbottamento, ed esce per la comune. Poco dopo rientrerà in scena col Marinajo.
Grazia. Ma se vi dico che la signora non m’ha lasciato nulla per voi!
Marinajo. E allora il Comandante non riparte oggi?
Grazia. Che ne so io, se riparte o non riparte?
Marinajo. Ma sí, che deve ripartire oggi! E la roba, la signora, deve averla preparata jersera.
Grazia. Jersera, sí! Aveva proprio testa da pensare a preparar la roba, jersera.
Marinajo. Gran putiferio?
Grazia. Il diavolo a quattro!
Marinajo. Uh, e ha rovesciato tutto, al solito?