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750 maschere nude


Che mi dài da berci su adesso?

Signora Perella. Ma... non so...

Perella. Come, non sai? Non c’è neanche un po’ di marsala?

Signora Perella. Non ce n’è, Francesco...

Perella (infuriandosi apposta, rivolto al signor Paolino, per piantare al solito la moglie e andare a chiudersi in camera). Ha visto? S’invita uno a tavola e non si prepara neanche un po’ di marsala!

Paolino. Oh, sa, se è per me...

Perella. Ma è per la cosa in se stessa! per tutto quello che manca di previdenza, d’ordine, di buon governo a casa mia! La signora pensa a lisciarsi!

Signora Perella (ferita). Io?

Perella. Ah no? Lo negheresti?

Signora Perella. Ma è la prima volta, Francesco...

Perella (afferrando la tovaglia, strappandola giú con tutto quello che vi sta sopra e balzando in piedi). Ah, perdio!

Paolino (spaventato). Capitano... capitano!

Perella. Osa rispondermi, perdio!

Signora Perella. Ma che ho detto?

Perella. È la prima volta? Sia l’ultima, sai! Perché, tanto, con me, è inutile! Non mi pigli! non mi pigli! non mi pigli! Piuttosto mi butto dalla finestra! Va’ al diavolo!

Corre, cosí dicendo, verso l’uscio della sua camera, si caccia dentro, e si sente il rumore del paletto, che sarà bene esagerare grottescamente.

SCENA SETTIMA

Paolino, la signora Perella e Grazia.

Restano tutti e due, come basiti, a guardarsi un pezzo, nella crescente penombra. Entra Grazia dalla comune, vede lo scompiglio per terra, e scuote in aria le mani, tentennando il capo.

Grazia. Al solito, eh?

Signora Perella (risponde appena al tentennio del capo, poi dice): No, vai, Grazia. Sparecchierai domani... Accenna all’uscio della camera del marito. Non far rumore...