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l’uomo, la bestia e la virtú | 735 |
Тоtò. Ма по! Che pensi? Io dicevo per il ragazzo, Paolino! Non c’è un ragazzo qua, scusa?
Paolino. Ah, tu parlavi del ragazzo?
Totò. Ma sí, del ragazzo. Se dico un innocente, scusa...
Paolino. Scusami, scusami tu, allora! Scusami, caro... Sono in uno stato d’animo... Hai portato intanto ciò che dovevi portarmi?
Totò. Ecco, ti volevo dire appunto... Essendoci un ragazzo... tu capirai ho pensato... se Dio liberi...
Paolino (comprendendo). Già... già... sí...
Τοtὸ. E non ho voluto... non ho voluto assolutamente...
Paolino (restando). Come! Non hai voluto? E che hai fatto allora?
Totò. Delle paste? Me le sono mangiate.
Paolino. Tu? Te le sei mangiate tu? Quaranta paste?
Totò. Metà. E metà le ho conservate per mio fratello, stasera.
Paolino. Come! E allora? Che mi hai portato?
Totò. Eh, non ci hai perduto nulla, non temere! Ci hai guadagnato, anzi! (Mostrandolo) Un bel pasticcetto di crema, squisito.
Paolino. Da leccarmene le dita, già! Perché difatti sarà un festino per me!
Totò. No, non dico questo; non t’arrabbiare! Dico per spiegarti il ritardo. Ho dovuto prepararlo... Guarda...
Lo posa sul tavolinetto e apre l’involto.
Paolino. Ma... Oh!
Egli fa un cenno d’intelligenza.
Totò. Non dubitare!
Lo mostra.
Paolino. La nera, sí, va bene! Ma...
Cenno come sopra.
Totò. Non dubitare!