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alzando le braccia al cielo

preparare la virtú, Dio, per comparire davanti alla bestia! Ma bisogna, per la tua salvezza e per la mia! Lasciami fare! Non abbiamo piú tempo da perdere. Prima di tutto, via codesta camicetta! È funebre! Viola, colore deprimente! Una rossa, che strilli!

Signora Perella. Non ne ho!

Paolino. E allora quella di seta giapponese, che ti sta tanto bene!

Signora Perella. Ma è accollata...

Paolino. Scòllala! In nome di Dio, scòllala! Non ci vuol nulla... Ripieghi in dentro i due lembi, qua davanti; ci appunti, su giro giro, un merletto... Ma àprila bene, mi raccomando!... molto, molto! almeno fin qua...

Indica sul seno di lei, molto giú.

Signora Perella (inorridita). No! Tanto?

Paolino. Tanto! Tanto! Da’ ascolto a me!

Signora Perella (c. s.). Ma tanto, no!

Paolino. Tanto, sí; se no, ti dico che è poco! E pèttinati un po’ meglio, per carità! con qualche ricciolino sulla fronte. Uno lungo, qua, in mezzo alla fronte, a gancio! E due altri qua, che s’allunghino sulle gote, a gancio!

Signora Perella (c. s. non comprendendo). A gancio? Oh Dio, come a gancio? Perché?

Paolino. Perché sí! Da’ ascolto a me! Non farmi perder tempo in spiegazioni! A gancio è cosí

glielo mostra col dito, contraendolo,

insomma, come un punto interrogativo sottosopra! Uno qua; uno qua, e uno qua...

indica la fronte, poi la guancia destra, poi la sinistra.

Se non sai farteli, te li faccio io! Vai, vai, cara...

La spinge verso l’uscio a destra.

E scolla, scollala molto, la camicetta! Io intanto esamino qua la tavola se non ci manca nulla per il pasto della belva!