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l’uomo, la bestia e la virtú | 723 |
Riassalito da un dubbio angoscioso:
Pulejo. Ti dico di lasciar fare a me!
Paolino. Ah, sí? Puoi... puoi con... con la scienza?
Riprendendosi, con scatto di sdegno:
Pulejo. Che cos’è?
Paolino. Che cos’è... che cos’è... — Ti pare forse che io, quello che io sono, sia tutto qua, in questo caso per cui ti domando ajuto? Io, io, domandare ajuto, per questo, alla scienza, io! a te, che della scienza... sí, ti servi per campar la vita mentre io l’amo disinteressatamente, la scienza! la venero a costo di tanti sacrifizi!
Pulejo. Oh sai? se ti paresse di profanarla...
Paolino. No! Intendimi! Io dico, esser costretto a ricorrere...
Sbuffa.
Pulejo. Eh, veramente... Ma no!
Paolino. Ma sí! ma sí! E t’ho fatto ridere io perché voglio...
Pulejo. Che il capitano faccia il suo dovere di marito...
Paolino. Perché non posso voler altro tu lo capisci!
Pulejo. La morale, la morale, sí...
Paolino. Ma non la mia! La vostra! Come la volete voi! Perché io, invece, lo ucciderei — e ti giuro, sai, che lo uccido, io! — se non fa l’obbligo suo, questo signor capitano! — Tu devi sentirlo veramente, perdio, che sono un uomo onesto, io, e che me la sposerei, io, se stesse in me, quella signora, subito, per riparare!
Pulejo. Sí, sí... Ma andiamo; non discutiamo piú adesso...
Paolino. Andiamo, sí, andiamo. — L’uccido, ti giuro!