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Pulejo. Che vuoi che ti dica? Non capisco ancora, scusa, che cosa ci possa fare io... Mi dispiace... mi duole...

Paolino. E basta? Se fosse tua sorella, se Perella fosse tuo cognato e tu sapessi che tratta la moglie cosí...

Pulejo. Ah, perdio! Lo piglierei per il collo!

Paolino. Lo vedi? Lo vedi? Per il collo lo piglieresti!

Pulejo. Sfido! Da fratello!

Paolino. E se questa povera signora, fratelli non ne ha? e non ha nessuno? nessuno, dico, che possa legittimamente prenderlo per il collo, questo signor capitano Perella, e richiamarlo ai suoi doveri di marito, si deve lasciar perire cosí una donna, senza darle ajuto? Ti pare giusto? ti pare onesto?

Pulejo. Già... — ma tu?...

Paolino. Io, che cosa?

Pulejo. Scusa... — come le sai tu, prima di tutto, codeste cose?

Paolino. Come le so!... Le so... le so... perché... sí, da... da un anno io... do lezione di... latino al ragazzo, al figlio di Perella, che ha undici anni.

Pulejo (comprendendo). Ah... Era quella signora che è uscita di qua, poco fa, con un ragazzo?

Paolino (subito, quasi saltandogli addosso). Tomba, oh! Segreto professionale!

Pulejo. Ma sí, diavolo! Non dubitare.

Paolino. Per carità! La virtú in persona! E tu non puoi sapere, Nino mio, non puoi sapere quanta pietà m’ha inspirato, per tutte le lagrime che ha pianto, quella povera signora! E che bontà! che nobiltà di sentimenti! che purezza! Ed è pure bella! L’hai vista?

Pulejo. NO... Col velo abbassato...

Paolino. È bella! Fosse brutta, capirei. È bella! Ancora giovane! E vedersi trattata cosí, tradita, disprezzata e lasciata in un canto, là, come uno straccio inutile... Vorrei vedere chi avrebbe saputo resistere! chi non si sarebbe ribellata!

E chi può condannarla?

Quasi venendogli con le mani in faccia:

Tu oseresti condannarla?

Pulejo. Io no!