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Pulejo. Ma se ho sonno, scusa, c’è poco da dire: ho sonno! Ho diritto anch’io di dormire, dopo una notte di guardia, mi pare!

Paolino. Ti faccio portare un caffè! due caffè!

Pulejo. Ma che caffe! Parla piuttosto!

Paolino. Oh, sai che faccio? M’arrampico, là su quello scaffale; mi butto giú; mi fratturo una gamba, e ti costringo a starmi attorno per una mezza giornata!

Pulejo. Bravissimo! Mi costringerai a curarti la gamba; ma non parlerai.

Paolino. Sí, sí, che parlerò, perdio!

Pulejo. Parlerai; ma io non ti darei ascolto, perché dovrei curarti la gamba.

Paolino. Ma non andrai a dormire!

Pulejo. E che ci guadagnerai, scusa? Io perderò il sonno; tu ti fratturerai la gamba; e mezza giornata andrà perduta. Se invece mi lasci riposare un pajo d’ore...

Paolino. Non posso! non posso! Non c’è tempo da perdere! Mi devi dare ajuto subito!

Pulejo. Ma che ajuto? Di che si tratta insomma?

Paolino. Della mia vita, Nino! della mia vita, perché — se tu non m’ajuti — sono un uomo finito, io: morto: da sotterrare! e non io solo! è in giuoco la vita di quattro persone... no, no, di cinque anzi; sí, quasi di cinque! Perché io, al punto in cui mi trovo, posso fare anche una carneficina!

Pulejo. Nientemeno!

Paolino. Sí, sí, te lo giuro! Nasce un macello, te lo giuro!

Pulejo. Ma insomma, che cos’è? che t’è accaduto?

Paolino. Devi darmi un rimedio, subito, in mattinata!

Pulejo. Rimedio! Che rimedio?

Paolino. Non lo so! Lasciami dire...

Pulejo. Se dipende da me...

Paolino. Sí, un rimedio che forse tu solamente mi puoi suggerire.

Pulejo. Ebbene, sentiamo.

Siede.

Paolino. M’ascolti bene?

Pulejo. Ma sí, perdio! Parla!