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Νοnò (accorrendo col libro in mano). Oh guarda, mamma! Bello! Il ragnetto che tesse la tela!

Paolino (con scatto d’ira, ma subito frenandosi e passando a una comica esageratissima affettuosità). Ma sí, lascia in questo momento... caro Nonotto bello: il ragnetto sí, che tesse la tela... guàrdatelo da te! Ci sono tant’altre belle bestioline, sai? tante! tante! guardatele da te; ché poi mammà se le guarderà anche lei con comodo, eh? Ragnetti, formichette, farfalline...

Lo rimette a sedere c. s.

Qua, qua... bonino! bonino!

Si sente di nuovo picchiare all’uscio infondo e contemporaneamente

La voce di Belli. Professore! Professore!

Paolino. Parola d’onore, io li uccido!

Correndo all’uscio in fondo e aprendolo c. s.

Che altro c’è? Non sapete star fermi un quarto d’ora ad attendere a una versione, che farebbe un ragazzino di seconda ginnasiale?

Belli (sporgendo il capo dall’uscio). Non solo, ma anche, signor professore.

Paolino. Che cosa, ma anche?

Belli. Dice cosí qua.

Mostra il libro.

Non solo ma anche. — Forma avversativa, è vero?

Paolino. Avversativa? Come avversativa, asino! Non vede che esprime una coordinazione?

Giglio (facendosi avanti). Ecco! ecco, sissignore! gliel’ho detto io, signor professore! Crescente d’intensità e di valore...

Paolino. Ma se lo sa anche quel ragazzino là.

Indica Nonò.

«Non solo, ma anche», a te, Nonò! Come si traduce? Non solo...

Νοnò (pronto, sorgendo in piedi, sull’attenti). Non solum!

Paolino. Benissimo! Oppure?

Νοnò. Oppure... Non tantum!