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Νοnò. Oh bella! Nascosti là?

Paolino (recandosi all’uscio in fondo, aprendolo appena e introducendovi il capo). Che diavolo volete?

Νοnò (accostandosi curioso per vedere tra le gambe di Paolino). Li tieni lí in castigo?

Signora Perella (richiamandolo). Nonò, qua!

La voce di Giglio. Un lume! una candela almeno, signor professore! Non ci si vede! La voce di Belli. Non riusciamo a decifrar le lettere nel dizionario!

Paolino. Sta bene! Silenzio! Vi porterò una candela!

Richiude l’uscio.

Νοnò. E perché li hai nascosti lí dentro?

Paolino. Ma non li ho nascosti! Fanno una versione. Νονὸ (spaventato). Al bujo?

Paolino. No, vedi? Vado a prender loro un lume. S’avvia.

Νοnò. Io intanto guardo il libro.

Paolino. Ah, no! non te lo do piú... non te lo do!

Esce per la comune e, poco dopo, rientra con una candela accesa in mano. Nel frattempo, i due scolari Giglio e Belli, prima l’uno e poi l’altro, sporgono il capo dall’uscio in fondo a guardare con sorrisi maliziosi la signora Perella, che se ne spaventa, mortificata; e poi Nonò, cacciando fuori la lingua.

Νοnò (a Paolino che rientra). Han cacciato fuori la testa, sai?

Signora Perella (tremante). M’hanno vista! m’hanno vista!

Νοnò. Prima l’uno e poi l’altro! E mi hanno fatto cosí!

Caccia fuori la lingua.

Paolino. Ho dimenticato di chiudere a chiave! Pazienza, signora!

Si reca all’uscio in fondo, lo apre di nuovo appena, porge la candela.

Ecco qua la candela! Attendete alla traduzione!

Richiude l’uscio a chiave. Poi, appressandosi a Nonò:

Dunque tu vorresti codesto libro?