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l’uomo, la bestia e la virtú | 703 |
Paolino (con un balzo, quasi atterrito, in vivissima agitazione). Perella? La signora Perella, qua? Oh Dio! E che sarà avvenuto?... Aspettate... aspettate... — Ditele che attenda un po’.
Rosaria. Ah, la conosce dunque davvero?
Paolino (facendole gli occhiacci). Non mi seccate! Ditele che attenda un po’.
Rosaria. Va bene... va bene...
Esce.
Paolino (cercando di dominare l’agitazione e riaccostandosi alla scrivania). Ragazzi, non... non perdiamo tempo. Guardate: invece della storia e della geografia, mi... mi farete anche oggi una versioncina...
GIGLIO E Belli (protestando). Ma no, scusi, professore!
Paolino. Dall’italiano in latino!
GIGLIO E Belli. No, professore, per carità!
Paolino. Facile facile.
Giglio. L’abbiamo fatto jeri!
Belli. Sempre latino! sempre latino!
Paolino. È il vostro debole!
Giglio. Ma non ne possiamo piú!
Paolino (severo). Basta cosí!
Belli. Non abbiamo neanche i dizionari.
Paolino. Ve li darò io!
Li cava in fretta dallo scaffale.
Giglio. Ma professore...
Paolino. Basta cosí, ho detto!
Prende dalla scrivania un libro e comincia a sfogliarlo.
Cercando, si distrae e comincia a parlare tra sé.
S’accorge che i due scolari guardano curvi, e intenti nel libro ch’egli tiene aperto in mano, come se vi cercassero le parole da lui proferite, e si riprende.