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702 | maschere nude |
Paolino. Giustissimo! Perché la civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti. — Quod erat demonstrandum. Basta. — Storia oggi, è vero?
Belli (risentito). Ma no, scusi, professore...
Paolino. Basta v’ho detto! — Chiusa la digressione. Questa civiltà, figlioli miei, questa civiltà mi sta finendo lo stomaco! — Chiusa, chiusa la digressione. — Storia. A lei, Giglio.
Si sente picchiare alla porta.
SCENA QUARTA
Detti e Rosaria.
Rosaria (entrando per la comune e chiamando a sé il signor Paolino con un comico gesto della mano). Qua un momentino, signor professore!
Paolino. Che volete? Sto a far lezione; e sapete bene che quando sto a far lezione...
Rosaria. Lo so, benedetto Iddio, lo so! Ma appunto perché lo so, se sono entrata, mi scusi, è segno che debbo dirle qualche cosa che preme.
Paolino (agli scolari). Abbiate pazienza un momento.
Appressandosi a Rosaria:
Cosa che preme?
Rosaria. È venuta una signora, con un ragazzo, che — dice — lei la conosce bene.
Paolino. La mamma di qualche allievo?
Rosaria (sospettosa). Non so. Sarà! Ma è agitatissima...
Paolino. Agitatissima?
Rosaria. Sissignore. E, chiedendo di lei, si è fatta bianca, rossa... di cento colori.
Paolino. Ma chi è? il nome! V’ho detto mille volte di domandare il nome a chi viene a cercar di me!
Rosaria. E l’ho fatto! Me l’ha detto. Si chiama... — aspetti... — la signora... la signora Pe...