![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
l’uomo, la bestia e la virtú | 701 |
Paolino. No: in arabo! Lei non lo sa!
A Belli:
Belli. Commediante? Non ricordo.
Paolino. Ah, lei non ricorda? Perché vuol dire che prima lo sapeva, è vero? e ora non lo ricorda piú!
Belli. Nossignore: non l’ho mai saputo.
Paolino. Ah, cosí si dice!
Sillabando:
A Belli:
Belli. Mah... recitano, mi pare.
Paolino. Le pare? Non ne è sicuro? E perché rècitano, si chiamano ipocriti? Le pare giusto chiamare ipocrita uno che recita per professione? Se recita, fa il suo dovere! Non può chiamarlo ipocrita! Chi chiama cosí lei, invece, cioè con questo nome che i greci davano ai commedianti?
Giglio (come se tutt’a un tratto gli si facesse lume). Ah, uno che finge, signor professore!
Paolino. Ecco. Uno che finge, come un commediante appunto, che finge una parte, poniamo di re, mentre è un povero straccione; o un’altra parte qualsiasi. Che c’è di male in questo? Niente. Dovere! professione! — Quand’è il male, invece? Quando non si è piú cosí ipocriti per dovere, per professione sulla scena; ma per gusto, per tornaconto, per malvagità, per abitudine, nella vita — o anche per civiltà — sicuro! perché civile, esser civile, vuol dire proprio questo: — dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele. O quando si entra qua e si dice: — Buongiorno, signor professore, invece di: — Vada al diavolo, signor professore!
Giglio (balzando). Ma come! scusi! per questo?
Belli (c. s.). Dovremmo dirle: — «Vada al diavolo»?
Paolino. L’avrei piú caro, l’avrei piú caro, v’assicuro! — O almeno, santo Dio, non dirmi nulla, ecco!
Giglio. Già! E lei allora direbbe: — Che maleducati!