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l'imbecille 687


Paroni. Ho scritto, ho scritto! E mi pare che possa anche bastare! Luca. No, aspetta: concludiamo! Altre due sole paroline, per concludere.

Paroni. Ma che vuoi concludere? Ancora?

Luca. Ecco, cosí, scrivi: «È bastato a Luca Fazio che gli dichiarassi che il vero imbecille sono io».

Paroni (ributtando la carta). Ma va’ là, no, è troppo, scusa!

Luca (perentoriamente, sillabando). «che il vero imbecille sono io!» La tua dignità la salvi meglio, caro, guardando la carta su cui scrivi e non quest’arma che ti sta sopra. T’ho detto che voglio vendicare Pulino. Firma, adesso.

Paroni. Ecco la firma. Vuoi altro?

Luca. Da’ qua.

Paroni (porgendogli la carta). Eccoti. Ma che te ne farai, adesso? Se ti vuoi davvero levar di mezzo...

Luca (non risponde; finisce di leggere quanto Paroni ha scritto; poi dice): Sta bene. Che me ne farò? Niente. Me la troveranno addosso, domani.

La piega in quattro e se la mette in tasca.

Consòlati, Leopoldo, col pensiero che io vado a fare adesso una cosa un tantino piú difficile di questa che hai fatto tu. Riapri la porta.

Paroni eseguisce.

Buona notte.


TELA