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l'imbecille 677


Primo redattore. Paroni! Paroni!

Secondo redattore. L’ira di Dio s’è scatenata in piazza!

Terzo redattore. Vieni, vieni, Leopoldo!

Accorre dall’uscio a vetri Leopoldo Paroni, il fiero repubblicano, con un sudicio lumetto bianco a petrolio in mano. È sulla cinquantina. Criniera leonina, gran naso, baffi in su, pizzo mefistofelico e cravatta rossa.

Paroni. Che cos’è? Bastonate?

Va a posare il lumetto sulla scrivania, facendogli posto tra le carte.

Secondo redattore. Da orbi!

Primo redattore. Orde socialiste venute dalla provincia!

Paroni (subito). Addosso ai cappadoniani?

Terzo redattore. No, addosso ai nostri!

Primo redattore. Vieni! Corriamo! C’è bisogno di te!

Paroni (svincolandosi). Aspettate. Per Dio! Che ci sta a fare, allora, la polizia?

Primo redattore. La polizia? Ma il Regio Commissario sarà felicissimo se saremo noi i bastonati! Vieni! Vieni!

Paroni. Andiamo, sí, andiamo!

Al terzo redattore, che eseguisce subito:

Vai a prendermi il cappello e il bastone! Conti, Fabrizi, dove sono?

Secondo redattore. Sono là! tengono testa come possono!

Primo redattore. Si difendono!

Paroni. Ma potevano, mi pare, reclamarle i cappadoniani, le guardie!

Primo redattore. Si sono tutti squagliati!

Paroni. E anche voi, dico, invece di venire in tre a chiamarmi, potevate restar lí, e mandarne uno!

Terzo redattore (rientrando dalla sala). Non trovo il bastone!

Paroni. Ma all’angolo, vicino all’attaccapanni!

Primo redattore. Andiamo, andiamo, ti do il mio!

Paroni. E tu come farai? Tra le bastonate, senza bastone?

Sopravviene a questo punto, affannata, spaventata, la signorina Rosa Lavecchia, sui 50 anni, rossa di pelo, magra, con gli occhiali, vestita quasi maschilmente.