Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/664

650 maschere nude


Baldovino. Che arie, no...

Si volgerà ad Agata:

Prego la signora d’avvicinarsi e di stare a sentire.

Poi, come Agata con accigliata freddezza si sarà appressata:

Se volete prendervi il piacere di darmi del ladro, potremo intenderci anche su questo: anzi, è bene che c’intendiamo subito. — Ma vi prego di considerare intanto, che non è giusto, prima di tutto, per me. Ecco qua:

Mostrerà loro i cartoncini, tenendoli aperti a ventaglio.

Da questi prospetti — lei vede, signor marchese — risultano intestate come risparmi e imprevisti guadagni della vostra Società le cinquecento e piú mila lire. Ma non fa niente: si può rimediare, signora! — Avrei potuto mettermele in tasca con due dita, secondo loro,

indicherà a Fabio, alludendo anche ai suoi soci

se fossi cascato nella trappola che m’han fatto tendere da un certo omino storto cacciatomi tra i piedi, quel signor Marchetto Fongi che è venuto anche stamattina... — Oh

a Fabio:

non nego che non fosse tesa con una certa abilità, la trappola!

Ad Agata:

Lei non s’intende di queste cose, signora; ma mi avevano combinato un certo giro di partita, per cui doveva risultare a me solo un’eccedenza di guadagno che avrei potuto intascarmi senz’altro, sicurissimo che nessuno se ne sarebbe accorto. Se non che, loro che mi avevano appunto combinato questo giro, se io ci fossi cascato e avessi intascato il danaro, m’avrebbero colto subito con le mani nel sacco.

A Fabio:

Non è cosí?

Agata (con sdegno appena contenuto, guardando Fabio che non risponde). Avete fatto questo?

Baldovino (subito). Oh no, signora! Non c’è da aversene a