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Fabio (rabbioso). Purtroppo!

Parroco. Però... sanno... in fondo... è un bel santo... un re! Io mi occupo, modestamente, d’agiografia...

Maddalena. Oh, lo sappiamo, lei è un dotto!

Parroco. No, no... per carità, non dica! Studio con passione... sí... Fu re di Borgogna, san Sigismondo, ed ebbe in moglie Amalberga, figliuola di Teodorico... Sebbene poi, rimasto vedovo... disgraziatamente sposò una damigella di lei... una perfida che, per infami istigazioni, gli fece commettere... eh, sí... il piú atroce dei delitti... sul proprio figliuolo...

Maddalena. Dio mio! Sul proprio figliuolo? E che gli fece?

Parroco. Eh... (gesto delle due mani) — lo strangolò!

Maddalena (quasi con un grido, a Fabio). Avete capito?

Parroco (subito). Ah, ma si pentí, sa? Subito! E si dedicò in espiazione agli esercizi della piú rigida penitenza; si ritirò in un’abbazia; vestí il sajo; e le sue virtú e il supplizio sopportato con santa rassegnazione lo fecero onorare come un martire!

Maddalena. Ebbe anche il supplizio?

Parroco (con gli occhi socchiusi, allunga il collo, lo piega, e poi con un dito fa il segno della decapitazione). Nel 524, se non sbaglio.

Fabio. Non c’è male! Un bel santo! Strangola il figlio... muore decapitato...

Parroco. Ma spesso i piú grandi peccatori, signor marchese, diventano i santi piú eccelsi! E questo fu anche un saggio, creda! Si deve a lui il codice dei Borgognoni, la famosa Loi Gombette! È un’opinione, veramente, combattuta; ma io sto col Savigny che la sostiene... sí sí... sí sí... io sto col Savigny!

Maddalena. Per me, Padre, l’unico conforto è che potrò chiamarlo col suo diminutivo: — Dino.

Parroco. Ecco, ecco... Sigismondo, Sigismondino, Dino... va benissimo! Per un bambino Dino quadra... quadra a meraviglia, è vero, signor marchese?

Maddalena. Sí! Ma sta a vedere se lui lo permetterà.

Fabio. Ecco... appunto...

Parroco. Eh, dopo tutto... se tiene al nome del padre il signor Baldovino... — bisognerà aver pazienza... Dunque, come si resta per l’ora?