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questa mattina c’è il battesimo del bambino? E ho, prima del pranzo, una riunione qua coi consiglieri invitati. Ti manda tuo cugino? Ti manda la signora madre?

Maurizio. Sí, ecco; è appunto per il battesimo del piccino. — Codesto nome che vorresti imporgli...

Baldovino. Eh, lo so!

Maurizio. Ma scusa... — ti pare?

Baldovino. Lo so, povero piccino; è un nome troppo grosso! Rischia quasi di restarne schiacciato.

Maurizio (sillabando). Sigismondo!

Baldovino. Ma è un nome storico nella mia famiglia. — Mio padre si chiamava cosí; il mio avo si chiamava cosí...

Maurizio. Non è una buona ragione per loro, capirai!

Baldovino. Ma neanch’io — tu lo sai — avrei mai pensato... Scusa, è mia la colpa? Brutto nome, sí, goffo, specialmente per un piccino... e... ti confesso

Pianissimo:

che se l’avessi avuto di mio forse non l’avrei chiamato cosí...

Maurizio. Ah, vedi? vedi?

Baldovino. Che vedo? — Questo anzi deve dirti che non posso, ora, derogare a questo nome! — Siamo sempre lí! — Non è per me; è per la forma! Per la forma — tul o capisci — giacché debbo dargli un nome io nonposso dargli che questo! È inutile, sai? è proprio inutile, che insistano! Mi dispiace; ma non transigo, puoi dirglielo! Mi lascino lavorare, perbacco. Sono futilità, codeste! Mi dispiace, caro, d’accoglierti cosí. A rivederci, eh? A rivederci.

Gli stringe in fretta la mano e via per l’uscio a sinistra.

SCENA TERZA

Maurizio, la Signora Maddalena, Fabio.

Maurizio resterà come uno che sia lasciato in asso sul piú bello. Poco dopo, dall’uscio a destra entreranno, uno dopo l’altra, la signora Maddalena e Fabio, mogi mogi, come sospesi alla notizia che attendono. Maurizio li guarderà e con un dito