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il piacere dell’onestà | 627 |
anche per farle vedere che sono animato del piú fermo proposito — sa che verrà fuori, subito, da tutto questo? ciò che s’imporrà tra noi e salterà agli occhi di tutti? Che, trattando con me, — non si faccia illusioni — onesto com’io sarò — la cattiva azione la commettono loro, non
io! — Io, in tutta questa combinazione non bella, non vedo che una cosa sola: la possibilità che loro mi fanno — e che io accetto — d’essere onesto.
Fabio. Ecco... caro signore... — capirà... — già lei stesso l’ha detto — non... non mi trovo in condizione di seguirla bene, in questo momento... — Lei parla meravigliosamente; ma tocchiamo terra, per carità!
Baldovino. IO? terra? Non posso!
Fabio. Come non può, scusi? che vuol dire?
Baldovino. Non posso, per la condizione stessa in cui lei mi mette, signor marchese! — Io devo vagare per forza nell’astratto. Guai se toccassi terra! — La realtà non è per me: se la riserba lei. La tocchi lei. Parli: io starò ad ascoltarla. — Sarò l’intelligenza che non scusa, ma compatisce —
Fabio (subito, additando se stesso). — la bestia? —
Baldovino. Scusi: conseguenza!
Fabio. Ma sí! ma sí! Ha ragione! È proprio cosí! Dunque, ecco... sí, parlo io, parla la bestia: terra terra, alla buona, sa? lei ascolti e compatisca. — Proprio per intenderci...
Baldovino. Dice per me?
Fabio. Con lei, ma sí! Con chi dunque?
Baldovino. No, signor marchese! Con se stesso bisogna che lei s’intenda! Io, per me, ho già bell’e inteso tutto. — Ho parlato tanto — (non soglio mica parlare molto io, sa?) — ho parlato perché vorrei che lei si facesse capace di tutto, bene.
Fabio. Io?
Baldovino. Lei, lei. Per me, già ci sono. È facilissimo. — Che debbo fare io? — Nulla. — Rappresento la forma. — L’azione — e non bella — la commette lei: — l’ha già commessa, e io gliela riparo; seguiterà a commetterla, e io la nasconderò. — Ma per nasconderla bene, nel suo stesso interesse e nell’interesse sopratutto della signorina, bisogna che lei mi rispetti; e non le sarà facile nella parte che si vuol riserbare! — Rispetti, dico, non propriamente me, ma