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SCENA SECONDA

Marchese Fabio e Detti.

Fabio (entrando dall’uscio a destra, angosciato, disperato, smanioso, alla signora Maddalena). La prego, vada, vada di là! Non la lasci sola!

Maddalena. Eccomi, sí... Ma pare che...

Fabio. Vada, la prego!

Maddalena. Sí, sí.

A Maurizio:

Con permesso.

Via per l’uscio di destra.

SCENA TERZA

FABIO E MAURIZIO.

Maurizio. Ma, dico, anche tu cosí?

Fabio. Per carità, Maurizio, non dirmi nulla! Credi di aver trovato il rimedio, tu? Sai che hai fatto? Te lo dico io! Hai dato soltanto il belletto a un malato!

Maurizio. Io?

Fabio. Tu, sí! L’apparenza della salute!

Maurizio. Ma se l’hai chiesto tu stesso! Oh, intendiamoci! Non voglio far mica la parte del salvatore io!

Fabio. Io soffro, io soffro, Maurizio! soffro per quella povera creatura e per me una pena d’inferno! E me la dà appunto codesto tuo rimedio, che stimo giusto, e proprio perché lo stimo giusto, capisci? Ma è un rimedio esterno, che può salvare soltanto l’apparenza e nient’altro!

Maurizio. Non conta piú nulla, adesso? Eri disperato, quattro giorni fa, per questa apparenza da salvare! Ora che puoi salvarla —

Fabio. — vedo il mio dolore! Non ti sembra naturale?

Maurizio. No, caro. Perché cosí non la salvate piú! — Dev’essere apparenza? Bisogna che ve la diate! — Tu non ti vedi. Ti vedo io. E debbo scuoterti, per forza, tirarti su... darti il belletto, come tu dici! — Egli è qua, venuto con me. — Se si deve far presto...