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il giuoco delle parti | 599 |
Guido (trema, suda freddo, si passa le mani convulse sulle tempie).
Barelli. Questo è enorme!
Leone. No, normalissimo, caro; perfettamente secondo il giuoco delle parti. Io, la mia: lui, la sua. Dal mio pernio io non mi muovo. E come me ragiona anche il suo avversario: lo hai detto tu stesso, Barelli, che ce l’ha con lui difatti, il suo avversario, non ce l’ha mica con me. Perché tutti lo sanno, e tu meglio di tutti, che cosa si voleva fare di me. Ah, volevate davvero portarmi al macello?
Guido (protestando conforza). Io, no! io, no!
Leone. Ma va’ là, che tra te e mia moglie qua, jeri, pareva che faceste all’altalena, e su, e giú, e io nel mezzo ad aggiustarmi e ad aggiustarvi a punto. Ah! avete creduto di giocarvi me, la mia vita? Avete fallito il colpo, cari miei! Io ho giocato voi.
Guido. No! Tu mi sei testimonio che io, jeri... e fin da principio...
Leone. Ah, sí, tu hai cercato di essere prudente. Molto prudente.
Guido. Come lo dici? Che intendi dire?
Leone. Eh, caro; ma prudente fino all’ultimo, no, non sei stato, devi riconoscerlo! A un certo punto, per ragioni che io intendo benissimo, bada (e ti compiango!), la prudenza è venuta a mancarti, e ora, mi dispiace, ne piangerai le conseguenze.
Guido. Perché tu non ti batti?
Leone. Non tocca a me.
Guido. Sta bene! Tocca a me?
Barelli (insorgendo). Ma come, sta bene?
Guido (a Barelli). Sta bene! Aspetta!
A Leone
Leone. Io farò colazione.
Guido. No, dico... non capisci che se io ora vado a prendere il tuo posto...
Leone. Ma no, caro: non il mio: il tuo!
Guido. Il mio, sta bene. Ma tu sarai squalificato!
Barelli. Squalificato! Dovremo per forza squalificarti!
Leone (ride forte). Ah! ah! ah! ah!