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bravi, e io starò a vedere. Va bene? Intanto, lasciale lí, e tu... non te n’avere a male, vattene, ti prego.

Barelli. Ah, per me... come vuoi...

Leone. E anche tu, dottore... scusa...

Spiga. Ma figúrati!

Leone. Potrai domandare a lui tutte le informazioni che ti bisognano.

Barelli (inchinandosi a Silia). Signora...

Silia china appena il capo.

Spiga. Signora gentilissima...

Le stringe la mano. A Leone:

A rivederci allora, eh? Tranquillo... tranquillo...

Leone. Ma sí! Addio.

Barelli. A questa sera, dunque.

Leone. A rivederci.

Barelli e Spiga escono.

SCENA NΟΝΑ

Leone, Silia, poi Filippo.

Leone. Ah, Dio mio, basta, basta. Non ne posso piú veramente!

Silia. Me ne vado anch’io...

Leone. No, tu rimani, se vuoi, purché però non mi parli piú di questa faccenda.

Silia. Non sarebbe possibile. E poi... non sarei sicura di me, se egli capitasse qui, come può, da un momento all’altro.

Leone (ride forte, a lungo).

Silia (irritata fieramente del riso di lui). Non ridere! non ridere!

Leone. Ma rido sinceramente, sai? Perché godo, tu non puoi saper quanto, a vederti cosí cambiare.

Silia (quasi per piangere). Ma non ti sembra naturale?

Leone. Sí, e proprio per questo godo: perché sei cosí naturale!

Silia (pronta, rabbiosa). Tu no, invece!

Leone. Ah, questo è positivo. Ma guai se fossi!