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Silia. Come sarebbe a dire?

Barelli. Ma sí! Cose da pazzi! Prima alla pistola...

Silia. Alla pistola?

Leone (a Silia). Ma forse per schivar la spada, capisci? Perché il Miglioriti, certo, con la pistola...

Barelli. Che dici? Quello? Ma quello t’imbrocca un soldo incastrato in un albero, a venti passi!

Silia. E ha proposto lui, il Venanzi, la pistola?

Barelli. Lui! Lui! Ma com’è? impazzito?

Silia. L’ho detto io!

Spiga. Ma... ma come c’entra, scusi, il soldo?

Barelli. Che soldo?

Leone (a Spiga). Taci, taci, amico mio: non sono cose per noi...

Barelli. Prima scambio di due palle alla pistola, e poi alla spada, e a che condizioni!

Silia. Ah, senti? senti? Poi anche alla spada! Non gli è bastata la pistola! Anche alla spada?

Barelli. Ma no, signora! La spada è stata scelta d’accordo. La pistola è stato un di piú; cosí, come per una gara... per scherzare anche materialmente col fuoco!

Silia. Ma questo è un assassinio!

Barelli. Sí, signora. Pare anche a me! Ma mi perdoni: stava proprio a lei d’impedirlo!

Silia. Come? Io? Ma qua c’è lui che può dirlo!

Indica Leone.

Leone. Sí, sí.

Silia. Non ho mica voluto io che s’arrivasse a una cosa cosí grave.

Leone (forte, imperioso a Barelli). Oh, basta! Mi sembra inutile, scusa, che tu ti metta adesso a discutere con lei.

Barelli. No... ma perché, tu non sai... c’è tutta la città piena... non si parla d’altro...

Silia. E si dice che io —?

Barelli. — non lei! Lui, il Venanzi, signora!

A Leone:

Tu capisci... non è contro te... tu non c’entri! L’odio, la rabbia di Miglioriti sono contro di lui, di Venanzi. Perché