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il giuoco delle parti | 585 |
SCENA OTTAVA
Detti, Barelli.
Barelli entra per l’uscio a destra con due spade involte nella custodia di panno verde sotto il braccio e una scatola ove sono custodite due pistole.
Barelli. Permesso?
Leone (facendosi all’uscio a destra). Avanti, avanti, Barelli! Oh! con tutto questo armamentario?
Barelli (sbuffante). Ah, senti, caro mio: sono cose da pazzi... da idioti...
A un segno di Leone allusivo alla moglie:
Leone. Ti presento alla mia signora.
A Silia:
Barelli (s'inchina).
Leone. Il dottor Spiga.
Spiga. Felicissimo!
Gli stringe la mano; poi senza lasciargliela, volgendosi a Leone.
Leone (interrompendo). Aspetta! Poi, poi...
Barelli. Io non ho mai visto una cosa simile! Mi perdoni, signora; ma se non lo dico, io... io ci faccio una malattia, ecco. Ma come? Si dà un mandato tassativo?
Leone. Che vuol dire? Spiègati.
Barelli. Come! L’hai dato, e non lo sai?
Leone. Ma che vuoi che sappia di codeste cose io!
Silia. Un mandato... come?
Spiga. Tassativo! Uhm!
Barelli. Ma vuol dire senza discutere. Senza prima tentare se c’è modo d’accomodar la vertenza... È fuori d’ogni legge, d’ogni regola, proibito severissimamente! Là per là, signori miei, quasi in piedi, si trovano pronti quegli altri due, e in quattro e quattr’otto, per miracolo, non s’arriva al cannone!
Spiga. Al cannone?