![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
il giuoco delle parti | 575 |
Leone. Ma come?... da questo marchese?
Silia. Erano in quattro... tu li hai visti!
Leone. Ah! quei quattro signori ch’erano accanto al portone?
Silia. Quelli, quelli, sí; sono saliti, hanno forzato la porta...
Guido. Ma se erano brilli! se non erano in sensi!
Leone. Ah... come? Tu c’eri?
A questa domanda, grave di finto stupore, succede una pausa di smarrimento in Silia e in Guido.
Guido. Sí... ma... non...
Silia (rinfrancandosi subito, aggressiva). E che volevi, che mi difendesse lui? Doveva difendermi lui? Quando mio marito aveva allora allora voltato le spalle, lasciandomi esposta all’aggressione di quattro giovinastri, che, se lui si fosse fatto avanti —
Guido (interrompendo). — io ero di là, capisci? —
Silia (precisando). — nel salotto da pranzo —
Leone (placidissimo). — bevevi qualche altro bicchierino?
Silia (scattando con furia). Ma se me lo dissero, se me lo dissero: «Se ci hai di là qualche signore, fai pure con comodo, sai?». Non ci mancava altro, per finire di compromettermi, che lui si mostrasse! Guai, guai, se lo avesse fatto! Per fortuna, lo comprese!
Leone. Ho capito... ho capito... Ma io sono meravigliato, Silia... no, che dico meravigliato? stupefatto addirittura, che nella tua testolina sia potuto entrare anche questo discernimento, cara!
Silia (stonata, non comprendendo). Che discernimento?
Leone. Ma che toccava a me di difenderti, perché il marito sono io, e tu la moglie, e lui... uno che, ma sí, Dio liberi, se fosse entrato in quel momento, tra quei quattro avvinazzati — (tanto piú che un po’ brillo doveva essere anche lui)...
Guido. Ma che brillo! T’assicuro che io non sono entrato per prudenza.
Leone. E hai fatto benone, caro! Il miracolo è qua, è qua: in questa testolina che ha potuto capire codesta tua prudenza... che tu l’avresti compromessa, se ti fossi mostrato... e non t’ha chiamato in difesa, mentr’era aggredita da quei quattro —