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574 maschere nude


Leone. Come? Io, sfidato?

Guido. Ma che sfidato! No!

Silia. Sfidato! Sfidato!

Leone. E chi mi ha sfidato?

Guido. Ma no...

Silia. Ma sí, sfidato! Non so bene, se lui ha sfidato te, o se tu devi sfidare lui; non m’intendo di queste cose; so che ho qua il biglietto di quel miserabile...

Lo cava dalla borsetta

eccolo qua!

Lo dà a Leone.

Vai subito a vestirti e corri in cerca delle due persone che debbono rappresentarti.

Leone. Piano... piano...

Silia. No: subito! devi far subito! senza dare ascolto a questo signore, che ti vuol far credere a una mia follia, perché cosí gli conviene!

Leone. Ah, gli conviene?

Guido (indignato, fremente). Ma che mi conviene! Scusate, che cosa volete che mi convenga?

Silia. Vi conviene! vi conviene! Per miracolo non lo scusate, là... quel mascalzone...

Leone (guardando il biglietto). Ma chi è?

Guido. Il marchese Aldo Miglioriti.

Leone. Tu lo conosci?

Guido. Lo conosco benissimo! Una delle migliori lame della nostra città, capisci?

Silia. Ah, per questo dunque?

Guido (pallido, vibrante). Che, per questo? Che intendete dire?

Silia (come tra sé, con scherno e sdegno). Per questo... per questo...

Leone. Ma insomma posso sapere che cosa è accaduto? perché sarei sfidato? perché dovrei sfidare?

Silia (scattando). Perché sono stata insultata, oltraggiata, vigliaccamente, sanguinosamente, capisci? in casa mia, per causa tua... perché sola, senza difesa... insultata, oltraggiata... con le mani addosso, qua... a frugarmi... qua, in petto... capisci?... perché hanno sospettato ch’io fossi... ah!

Si copre il volto con le mani, e rompe in un pianto stridulo, convulso, d’onta, di rabbia.