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572 | maschere nude |
Leone (guardandolo e notandone il turbamento). Sí. Che cos’è?
Guido. Oh Dio... Leone... sarà lei!
Leone. Silia? qua?
Guido. Sí, senti, per carità... Ero venuto cosí per tempo... per prevenirti...
Leone. Di che cosa?
Guido. D’una cosa che è accaduta jersera —
Leone. — a Silia?
Guido. Ma niente, sai? una sciocchezza... una vera sciocchezza... Tanto che non te n’ho detto nulla, sperando che... dormendoci sopra, le fosse passata...
Nuova scampanellata, piú forte, alla porta.
Guido. Eccola qua, invece... è lei di sicuro!
Leone (placido, volgendosi verso l’uscio a sinistra). Socrate, perbacco! e va’ ad aprire!
Guido. Aspetta... aspetta...
A Filippo che entra:
Filippo. Me n’ero dimenticato.
Guido. Aspettate!
A Leone:
Leone. Non è una novità!
Guido. E fartela commettere!
Leone. A me? Oh!
A Filippo:
Va’ ad aprire, va’ ad aprire! Le visite di mia moglie, caro Guido, mi sono sempre per questo graditissime.
Filippo, piú che mai irritato, va ad aprire.
Guido. Ma tu non sai di che si tratta!
Leone. Di qualunque cosa si tratti. Lascia fare. Vedrai.
Rifacendosi all’immagine dell’uovo fresco del primo atto: