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il giuoco delle parti 557


Guido (senza smarrirsi, con passione, nella voglia sempre più pressante di lei). Sí, ma è vero... è vero... non vedi che in te c’è una bambina folle?

Silia (alzando le mani sulla faccia di lui, come per graffiarlo). Una tigre!

Guido (senza lasciarla). Per lui sí... Ma per me che ti voglio cosí... una bambina...

Silia (quasi ridendo). E tu allora uccidimelo!

Guido. Ma via! Che dici?

Silia. Se sono una bambina, posso anche chiederti questo.

Guido (per prestarsi allo scherzo). Perché è proprio come l’orco per te?

Silia. Sí; che mi fa tanta paura. Me lo uccidi? me lo uccidi?

Guido (c. s.). Sí, sí, te lo uccido. Ma tu, ora...

Silia (reluttando). No, no, Guido, ti prego...

Guido (ebro di lei). Ma non senti come ti sento? Basta che ti tocchi!

Silia (c. s., ma languidamente). Ti dico di no...

Guido (c. s. trascinandola verso l’uscio a destra). Sí... sí... Via, Silia... Ora non posso lasciarti piú...

Silia. Ma no... per carità... lasciami...

Guido. Come ti lascio? No... Come vuoi che ti lasci piú, ora?

Silia. Sai che qui non voglio... C’è la donna...

Si sente picchiare dietro l’uscio a sinistra.

Ecco, vedi?

Guido (spingendola verso l’uscio a sinistra). Va’, va’, non farla entrare! Io t’aspetto di là...

Via di fretta per l’uscio a destra.

Presto... senti?

Via, richiudendo l’uscio.

SCENA QUINTA

Silia, Clara, Miglioriti ei tre Signori ubriachi, poi gl’Inquilini dei piani di sopra e di sotto.

Silia va verso l’uscio a sinistra. A un tratto di là dall’uscio si sente la voce di Clara.

Clara (gridando). Giú le mani! Vadano via! Non sta qui!