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il giuoco delle parti 549


Guido. Oh, Leone... Ero qua, a bere un bicchierino di «Chartreuse ».

Leone. Alle dieci e mezzo?

Guido. Già... difatti... ma stavo per andare...

Leone. Non dico per questo. Verde o gialla, la «Chartreuse»?

Guido. Ma... non ricordo... verde, mi pare...

Leone. Verso le due, tu sognerai di schiacciare tra i denti una lucertola.

Guido (con una smorfia di ribrezzo). No... ih! che dici?

Leone. Positivo. Effetto dei liquori bevuti a una cert’ora dopo il pasto.

Pausa.

Silia?

Guido (impacciato). Ma... era di là, con me.

Leone. E dov’è adesso?

Guido. Non so... Mi... mi ha fatto venire qua, sentendo che tu eri entrato. Forse ora verrà.

Leone. C’è qualche cosa di nuovo?

Guido. No... ch’io sappia...

Leone. E allora perché m’ha fatto salire?

Guido. Stavo per licenziarmi, quando è entrata la cameriera ad annunziare che tu... non so, avevi sonato dal cortile.

Leone. Come faccio ogni sera.

Guido. Già, ma... pare che voglia che tu salga...

Leone. L’ha detto?

Guido. Sí sí, l’ha detto.

Leone. Stizzita?

Guido. Un po’, sí, perché... credo che... non so, dev’esser nei patti stabiliti tra voi due, quando elegantissimamente...

Leone. Lascia star l’eleganza!

Guido. Voglio dire, senza scandali...

Leone. Scandali? E perché?

Guido. Senza procedure legali...

Leone. Inutili!

Guido. Senza liti, insomma, vi siete separati.

Leone. E che liti volevi che avvenissero con me? Ho dato sempre ragione a tutti.

Guido. Già. È difatti una tua invidiabile prerogativa, questa. Forse però... lasciamelo dire, eccedi un po’...