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Al levarsi della tela, l’Uomo dal fiore in bocca, seduto a uno dei tavolini, osserverà a lungo in silenzio l’Avventore pacifico che, al tavolino accanto, succhierà con un cannuccio di paglia uno sciroppo di menta.

L’uomo dal fiore. Ah, lo volevo dire! Lei dunque un uomo pacifico è... Ha perduto il treno?

L’Avventore. Per un minuto, sa? Arrivo alla stazione, e me lo vedo scappare davanti.

L’uomo dal fiore. Poteva corrergli dietro!

L’Avventore. Già. È da ridere, lo so. Bastava, santo Dio, che non avessi tutti quegli impicci di pacchi, pacchetti, pacchettini... Piú carico d’un somaro! Ma le donne commissioni... commissioni... — non la finiscono piú. Tre minuti, creda, appena sceso di vettura, per dispormi i nodini di tutti quei pacchetti alle dita; due pacchetti per ogni dito.

L’uomo dal fiore. Doveva esser bello! Sa che avrei fatto io? Li avrei lasciati nella vettura.

L’Avventore. E mia moglie? Ah sí! E le mie figliuole? E tutte le loro amiche?

L’uomo dal fiore. Strillare! Mi ci sarei spassato un mondo.

L’Avventore. Perché lei forse non sa che cosa diventano le donne in villeggiatura!

L’uomo dal fiore. Ma sí che lo so. Appunto perché lo so.

Pausa.

Dicono tutte che non avranno bisogno di niente.

L’Avventore. Questo soltanto? Capaci anche di sostenere che ci vanno per risparmiare. Poi, appena arrivano in un paesello qua dei dintorni, piú brutto è, piú misero e lercio,