![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
520 | maschere nude |
la madre, non piú io! E io ora, muojo, muojo veramente qua. Oh Dio! oh Dio!
E piangerà, piangerà come non avrà mai pianto, tra l’accorato sbigottimento dell’altra madre e della figlia. A poco a poco si ripiglierà dal pianto, ma diventando man mano quasi opaca, quasi spenta infine:
Lunghissima pausa. Poi alzandosi, verrà a Lucia e carezzandola:
Francesca. No, no — io voglio subito, subito ripartire!
Donn’Anna. Eh, subito non potrà, signora. Si deve aspettare. Passa tardi di qua il treno di Pisa. Avrà, avrà tutto il tempo di riposarsi. — E tu, figliuola mia —
Lucia. No, no — io non partirò — non partirò – rimarrò qua con lei, io!
Francesca. Tu partirai! Te lo dice lei stessa!
Donn’Anna. Qua non c’è piú nulla per te.
Francesca. E i tuoi bambini t’aspettano! Ebisogna far presto!
Lucia. Ma là, io non torno! non torno, sai! — Non è piú possibile per me! — Non posso! Non posso e non voglio! Come vuoi che faccia piú, ormai?
Donn’Anna. E io, qua? — È ben questa la morte, figlia. — Cose da fare, si voglia o non si voglia — e cose da dire... — Ora, un orario da consultare — poi, la vettura per la stazione — viaggiare... — Siamo i poveri morti affaccendati. — Martoriarsi — consolarsi — quietarsi. — È ben questa la morte.
TELA