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518 | maschere nude |
Donn’Anna. — no: ora —
Lucia. — come, ora? —
Donn’Anna. — ora lo vedo morire.
Lucia. Come? Che dice?
Donn’Anna si coprirà il volto con le mani. E allora ella griderà:
Donn’Anna (Scoprendo il volto). E io non lo vidi.
Lucia. Lo vidi io! Moriva, moriva, da anni; gli s’erano spenti gli occhi; era già come morto quando partí! Cosí pallido lo vidi, cosí pallido, cosí misero lo vidi, che lo compresi subito che sarebbe morto!
Donn’Anna. Misero, sí — gli occhi spenti, sí — e diventato cosí — cangiato, cangiato cosí — ora lo vedo — per te, sí, figlia!
Attirandola a sé, come per uno spaventoso brivido, che di schianto la spetrerà:
Lucia (che si sarà a poco a poco sciolta da lei, e rattratta, come raccapricciata, presso la madre). Oh Dio, che dice? che dice?
Donn’Anna (sola). Figlio mio! — le tue carni! — te ne sei andato cosí — misero, misero! E io... io t’imbalsamavo — vivo! — vivo t’imbalsamavo — come non eri piú, come non potevi piú essere — con quei tuoi capelli e quegli occhi che avevi perduti, che non ti potevano piú ridere! E perché non ti potevano piú ridere, non te li ho riconosciuti! — E come, allora? Fuori della tua vita ti volevo far vivere? fuori della vita che t’aveva consumato — povera, povera carne mia che non ho vista piú! che non vedrò piú! — Dove sei?
Si volgerà a cercare intorno:
Lucia (accorrendo). Qua, mamma!