![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
508 | maschere nude |
neva su, chi mi dava aria da respirare fuori di quella bruttura. — Non dovevamo bruttarci anche noi! Le giuro, le giuro che non è stata una gioja — e la prova (è orribile dirlo, ma per me è cosí) — la prova è in questa mia nuova maternità.
Donn’Anna. No, Dio! che dici?
Lucia. Sono venuta qua, perché mi faccia lui, se può, sentire che non è vero! Avevo fatto di tutto là, tre anni, per non essere piú madre. Lo credo, lo credo anch’io che dev’essere una gioja; e non voglio altro, le giuro che non voglio altro che questo: che veramente diventi ora per me questa gioja che non ho provata mai!
Donn’Anna. Ma devi averla tu nel cuore, figlia mia! Se non l’hai tu, chi te la può dare?
Lucia. Lui! Lui!
Donn’Anna. Sí, lui; ma per come tu hai nel cuore anche lui! Solo cosí. È sempre cosí. Non cercare nulla che non ti venga da te.
Lucia. Che vuole che mi venga da me in questo momento! Sono cosí smarrita — sospesa. — Questo tradimento di non farsi trovare... — Ho bisogno di lui, di vederlo, di parlargli, di sentirne la voce! — Dov’è? dove sarà? come si farà a saperlo? — Finché non lo saprò, io non avrò requie! — Possibile che lei non supponga nemmeno dove se ne sia potuto andare?
Donn’Anna. Non lo so, figlia. — Ma bisogna che tu te la dia, ora, un po’ di pace —
Lucia. — non posso! —
Donn’Anna. — tremi tutta — sarai cosí stanca! — Il lungo viaggio!
Lucia. Mi rombano le orecchie — la testa mi vaneggia —
Donn’Anna. — vedi, dunque?
Lucia. — tanta ansia, tanta ansia —
Donn’Anna. — bisogna che tu vada a riposare —
Lucia. — e poi non trovarlo! — Credo di aver la febbre. —
Donn’Anna. — hai bisogno di riposo. — Vedremo domani come si deve fare.
Lucia. Impazzirò stanotte!
Donn’Anna. No — guarda — t’insegnerò io a non impazzire — come si fa quando uno è lontano — come feci io tanto