![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
502 | maschere nude |
scosterà anche lei con la mano la lieve cortina; poi aprirà la vetrata e guarderà nel giardino.
Elisabetta (dalla finestra). Chi è là? —
Pausa.
Pausa.
La voce di Giovanni (dal giardino, allegra). La vedi?
Elisabetta. No, che cosa?
La voce di Giovanni. Là, ancora tra gli olivi della collina.
Elisabetta. Ah, sí la vedo. E tu stai lí a guardare la luna?
La voce di Giovanni. Voglio vedere se è vero quello che mi disse.
Elisabetta. Chi?
La voce di Giovanni. Chi! Chi ora non la vede piú.
Elisabetta. Ah, lui?
La voce di Giovanni. Da costà; ove sei tu.
Elisabetta. Non mi far paura: ne ho tanta!
La voce di Giovanni. La sera dopo che arrivò.
Elisabetta. Ti disse della luna? E che ti disse?
La voce di Giovanni. Che piú va su, e piú si perde.
Elisabetta. La luna?
La voce di Giovanni. Tu guardi in terra — mi disse — e ne vedi il lume là sulla collina, qua sulle piante; ma se alzi il capo e guardi lei, piú alta è, e piú la vedi come lontana dalla nostra notte.
Elisabetta. Lontana? Perché?
La voce di Giovanni. Perché notte è qua per noi, ma la luna non la vede, perduta lassú nella sua luce, intendi? — A che pensava, eh? guardando la luna. — Sento i sonaglioli della vettura.
Elisabetta. Corri, corri ad aprire il cancello.
Elisabetta richiuderà in fretta la finestra e si ritirerà per l’uscio in fondo.