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la vita che ti diedi | 501 |
Nel bujo e nel silenzio d’incubo sopravvenuto, Donna Fiorina romperà in un pianto sommesso.
Flavio (dopo che il pianto della madre avrà fatto per un momento sussultare quel silenzio di morte, dirà alieno, attribuendo quel pianto al dolore per la sorella): Povera zia; ma guarda!
Lida. È come una follia?
Elisabetta. Ne parla cosí, che quasi lo fa vedere. Io mi guardo dietro, quando sono qua sola, come se debba vederlo uscire da questa camera e andare per quell’uscio in giardino o di qua alla finestra. Vivo in un tremore continuo. Mi fa badare alla sua stanza; rifare il letto; ecco — là — le coperte rimboccate: ogni sera cosí, e tutto preparato, come se dovesse andare a dormire.
Donna Fiorina (piano, come una mendica, a Lida che le si sarà stretta accanto istintivamente, impaurita dalle parole d’Elisabetta). Liduccia mia! Liduccia! Tu mi vuoi bene ancora?
Lida (tutta intenta a Elisabetta, senza badare alla madre). Seguita dunque a —
Elisabetta. — a farlo vivere!
Donna Fiorina (non potendone più, come se il cuore le scoppiasse). Flavio! Figli miei! Andiamocene, andiamocene, per carità!
Elisabetta. Aspetti, signora. Le faccio lume: è tutto al bujo ancora di là.
Donna Fiorina. Sí, grazie, Elisabetta. Andiamo, andiamo via!
Elisabetta uscirà prima; poi usciranno Donna Fiorina, Lida, Flavio.
La scena resterà vuota e buja; con quel solo riverbero spettrale che s’allungherà dall’uscio a destra.
Dopo una lunga pausa, senza il minimo rumore, la scranna accostata davanti alla tavola da scrivere si scosterà lentamente come se una mano invisibile la girasse. Dopo un’altra pausa, piú breve, la lieve cortina davanti alla finestra si solleverà un poco da una parte, come scostata dalla stessa mano; e ricadrà. (Chi sa che cose avvengono, non viste da nessuno, nell’ombra delle stanze deserte dove qualcuno è morto.)
Rientrerà, poco dopo, Elisabetta, e subito darà luce alla stanza. Istintivamente riaccosterà la scranna alla tavola, senza il minimo sospetto che qualcuno l’abbia smossa; poi, per sottrarsi alla vista degli oggetti della stanza, si recherà alla finestra;