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500 | maschere nude |
Donna Fiorina. E allora perché mi guardi cosí?
Lida. Come ti guardo?
Donna Fiorina. Non so... E tu, Flavio...
Flavio. Ma sai che sei davvero strana, mammina?
Riderà, guardandola.
Donna Fiorina. No, non ridere cosí, ti prego!
Flavio. Eh, lo so che qua non dovrei ridere; ma parli, ci guardi in un modo cosí curioso —
Donna Fiorina. Io?
Smaniosamente:
L’ombra, difatti, si sarà addensata; e in essa a mano a mano si sarà avvivato sempre piú il riverbero del lume acceso nella stanza del figlio morto.
Elisabetta. Aspetti. Accenderò.
Donna Fiorina. No. Andiamo via; andiamo via, ragazzi! Andiamocene di qui; è tardi!
Lida (nel voltarsi, notando quel riverbero). Oh, c’è lume in quella stanza. Chi c’è?
Donna Fiorina. Se sapeste!
Flavio (piano, restando). È morto là?
ELISABetta (cupa, dopo un silenzio). Qua è, ormai, come se non avessimo piú vita noi; e l’avesse lui solo.
Flavio. Gli tiene il lume acceso?
Lida (che si sarà timorosamente appressata a guardare). E la ca— mera intatta?
Donna Fiorina. Non guardare, Lida!
Flavio. Come se dovesse sempre arrivare?
Elisabetta. No: come se non se ne fosse andato mai, e fosse qua ancora, com’era prima che partisse. Ci penserà lei, dice, a non farlo partire.
Breve pausa; e poi aggiungerà cupamente: