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la vita che ti diedi | 489 |
Poi, turbandosi improvvisamente:
Troncando la lettura e rivolgendosi a Don Giorgio e alla sorella:
Don Giorgio. Suggeri lui stesso per questo —
Donna Fiorina. — di non farglielo sapere direttamente!
Don Giorgio. Penserà la madre a —
Donn'Anna. Impossibile! Ne impazzirebbe o ne morrebbe! — No! No!
Donna Fiorina. Ma pure, per forza, Anna, bisognerà —
Donn'Anna. Ma che! Se sentissi com’egli è vivo, vivo qua, in questa disperazione di lei! — Come gli parla, come gli grida il suo amore! — Minaccia d’uccidersi! — Guai se non fosse cosí vivo per lei in questo momento!
Donna Fiorina. Ma come, Anna mia? come?
Donn'Anna. C’è lí la sua lettera cominciata!
Andrà alla tavola da scrivere; aprirà la cartella che vi sta sopra; ne trarrà la lettera del figlio:
Don Giorgio. E che vorrebbe farne, signora?
Donn'Anna. Avrà trovato lui le parole, qua vive, per riconfortarla, per trattenerla, per distoglierla da questo proposito disperato di venire!
Don Giorgio. E vorrebbe mandarle codesta lettera?
Donn'Anna. Gliela manderò!
Don Giorgio. No, signora!
Donna Fiorina. Pensa a quello che fai, Anna!
Donn'Anna. Vi dico che la sua vita bisogna ancora a lei! — Volete ch’io glielo uccida in questo momento, uccidendo anche lei?
Donna Fiorina. Ma scriverai alla madre nello stesso tempo?
Donn'Anna. Scriverò anche alla madre per scongiurarla che glielo lasci vivo! — Lasciatemi, lasciatemi!
Don Giorgio. La lettera non è nemmeno finita!
Donn'Anna. Io la finirò! Aveva la mia stessa mano. Scriveva come me! — La finirò io!