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la vita che ti diedi | 477 |
Don Giorgio. — ecco, vede? — e... e giudicarla male, e...
Donna Fiorina. Sempre cosí è stata! Sembra che stia ad ascoltare ciò che gli altri le dicono; e tutt’a un tratto spunta fuori — come da lontano — con parole che nessuno s’aspetterebbe. Cose che — che sono vere — che quando le dice lei pare si possano toccare — a ripensarle, un momento dopo, stordiscono perché non verrebbero in mente a nessuno; e fanno quasi paura. Io temo proprio, le giuro che temo di sentirla parlare; non so piú nemmeno guardarla. — Che occhi! che occhi!
Don Giorgio. Eh, povera madre!
Donna Fiorina. Vedersi sparire il figlio cosí, in due giorni!
Don Giorgio. L’unico figlio: tornato da cosí poco!
Il vecchio giardiniere Giovanni, a questo punto, apparirà sbigottito sulla soglia dell’uscio in fondo e si farà un po’ avanti verso l’uscio a destra; starà un po’ a guardare da lí il cadavere, con stupore angoscioso; si inginocchierà fin quasi a toccar terra con la fronte e rimarrà cosí un pezzo, mentre Donna Fiorina e Don Giorgio seguiteranno a parlare.
Donna Fiorina. Dopo averlo aspettato tanti anni, tanti anni: piú di sette: le era partito giovinetto —
Don Giorgio. — ricordo: per i suoi studii d’ingegneria: a Liegi, mi pare —
Donna Fiorina (lo guarderà e poi tentennando il capo in segno di disapprovazione). — là, là, dove poi...
Don Giorgio (con un sospiro). So, so. Anzi, mi trattengo perché ho da dirle... —
alluderà alla madre nell’altra stanza.
Il vecchio giardiniere Giovanni si alzerà segnandosi e andrà via per l’uscio in fondo.
Donna Fiorina (aspetterà che il vecchio giardiniere sia uscito, e subito, con ansia, domanderà, alludendo al figlio morto): Le lasciò, confessandosi, qualche disposizione?
Don Giorgio (grave). Sí.
Donna Fiorina. Per quella donna?
Don Giorgio (c. s.). Sí.
Donna Fiorina. L’avesse sposata, quando la conobbe a Firenze, studente!