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456 | maschere nude |
Jonella. Dov’è quello che mi vuole?
Indica Giuncano.
Giuncano. Sento ch’è già tale lo squarcio dentro...
Jonella. Domando d’una cosa, e tra voi vi rispondete a un’altra?
Sara. No, non è lui. Deve ancora venire.
Jonella. Ma io non voglio mica stare qua come una gallina spersa.
Giuncano. Io non lo so, non lo so ciò che può avvenirmi di fare! Quando non si vede piú la ragione di nulla...
Sara (a Jonella). Siedi, siedi. Sarà qui tra poco.
A Giuncano:
Giuncano. Non vedo piú nulla, io; e posso far tutto ormai!
Sara. Mi piace intanto che prima predicate la pazzia, e ora andate cercando per disperato la ragione. Se è stata una pazzia...
Giuncano. Io, la ragione? Io cerco altro! cerco altro!
Sara. Andate a cercare Tuda, piuttosto.
Jonella. Tuda? L’ho vista io, Tuda.
Sara. Ah, sí? Quando? Dove?
Jonella. Giú ai Prati, da Assunta, l’altro jeri. S’è ridotta cosí male!
Sara. Ah, male?
Jonella. Non si riconosce piú. Dice che le hanno voluto uccidere... non so che chiacchiere... che si sono sbattuti a duello per lei... So che pare una pazza, e che qua — dice non vuole piú ritornare.
Entra improvvisamente Sirio Dossi, con cupa concitazione.
Sirio (subito, scorgendo Giuncano). Ah, eccoti qua. Vengo da casa tua. Tuda è qua.
Giuncano. Ah, qua?
Sara. L’hai trovata?
Giuncano. Dov’è?
Sirio. In giardino...
Jonella. Oh guarda...
Sara. È venuta da sé?