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444 | maschere nude |
fette — e di fronte ad esse vidi il mio corpo in cui la vita riprendeva a muoversi logoro, vecchio... Quest’orrore della forma — guarda:
indica una delle statue
Tuda. — non si muove piú! —
Giuncano. — fa’ che si muova — corpo, vita —
s’afferra il corpo
Tuda (con sorpresa quasi ingenua). Oh, l’ho detto io pure, sa? della statua e di me che mi sono sciupata...
Giuncano. Presi in trappola — io — tu — tutti quanti! —
Tuda. — la vita? —
Giuncano. — chiamala vita! — Bambina, tu ti movevi di piú — guizzavi — ora un po’ meno — e sempre meno, sempre meno — finché — hai creduto di vivere? — hai finito di morire!
Tuda. È vero. Ma allora fin che si può...
Giuncano. Muoversi, non fermarsi mai, non fissarsi in nessun sentimento...
Tuda. Ma lei...
Giuncano (cupo, con improvviso freno). Sono cosí: con gli occhi aperti che non vorrebbero piú sapere quello che vedono: le cose come sono, che portano tutta la pena d’essere come sono, e di non potere piú essere altrimenti. Io per te, un altro: come dovrei essere neppure quello che fui, quando le donne...
s’interrompe.