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diana e la tuda 435


Sara. Splendida veramente codesta cappa d’ermellino!

Tuda. Sí, è vero? Sono piú di trecento pelli. Tutte uguali, guardate —

Sara. — sí, molto belle —

Tuda. — venute da un paese della Germania —

Sara. — da Lipsia: c’è un mercato speciale. E anche questo pizzo è magnifico. E l’abito, cosí, vi starà benissimo.

Tuda (alla Sarta). Siamo già intese. Cosí.

A Sara:

Ora vi farò vedere

si volta a cercare con gli occhi la statua vestita con l’abito da passeggio

eccolo là.

alla Giovane:

Lo prenda, per piacere.

La Giovane lo prende.

Via questo, intanto!

Ajutata dalla Sarta si toglie la stoffa lilla, e indossa poi l’abito da passeggio.

E vedrete il cappello che ho fatto fare apposta per quest’abito.

Alla Modista:

L’ha portato?

La modista. Come no! E anche tant’altri, come vede!

Tuda. Sí, perché lo voglio proprio rovinare!

Sara. Potete senza rimorso: è molto ricco.

Tuda. Senza rimorso: ah questo sí, da parte mia!

Guardandosi allo specchio l’abito già indossato

Sta bene, sí.

La sarta. Meglio di cosí non le potrebbe stare. Altro che le statue, un corpo cosí fatto!

Sara. Perfetto. Non c’è che dire. E di ottimo gusto.

Tuda. Il cappello! Il cappello!

La modista. Eccolo!

Glielo porge.