Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/429


diana e la tuda 415


Giuncano. Sí, gridando tra i denti: «Che schifo!»

Tuda. Perché s’è accorto che ha voluto fargli un dispetto. Quando ha detto del cambio, egli m’ha subito chiamata perché andassi con Caravani.

Giuncano. Sarà gelosa di te.

Tuda. Di me? Oh bella!

Giuncano. Stupida — lei sí...

Tuda (con orgoglio). E perché stupida? (Sottintendendo: «Non potrebbe forse essere gelosa di me?»)

Giuncano. Oh, non dico per te! Stupida perché non intende la ragione per cui la trascura. Lo vede cosí accanito al lavoro e sospetta che possa essere — non per il lavoro — ma per stare con te.

Tuda. Viene qua a prenderlo ogni giorno a quest’ora.

Giuncano (assorto). Se ha potuto dire di me —

Tuda (supponendo che parli di Sara). Che ha detto? non ho sentito.

Giuncano. Ch’io odio le statue —

Tuda. — ah, ma questo l’ha detto lui, prima —

Giuncano. — non è uno stupido, lui —

Tuda. — perché lei è vecchio? —

Giuncano. — perché tra poco, come loro, non mi moverò piú. Ha ragione. Queste mani indurite! Questa faccia! (S’afferra quasi con schifo il corpo) Tutta questa forma qua! — Tu non puoi ancora capire.

Tuda (seria, con una tenera pietà che lefa socchiudere gli occhi, ma pur con un sorriso appena, di malizia, sulla labbra). Ma sí che capisco.

Giuncano. No. (La guarda, tra scontroso e minaccioso) Che cosa?

Tuda (gli s’accosta, amorevole). — che lei soffre — ma non di quello che dice.

Giuncano. Io?

Tuda (accentuando la malizia). Non perché non sia vero quello che dice. Ma perché il suo sentimento è un altro.

Giuncano (c. s.). Che altro?

Tuda. Un altro; e non lo vuol dire.

Giuncano. Io dico —

Tuda. — sí: una cosa che — per chi come me l’intende — non è piú vera, allora.